Il bell’Antonio di Marzamemi. Vitaliano Brancati

Un mare che terrifica e sorride. Un isolotto con al centro una casina rossa che fugge verso il cielo. La tonnara di Marzamemi e il profumo del pesce appena pescato. La vita dei pescatori e delle persone che ispirarono i protagonisti dei suoi capolavori letterari. La cultura di Brancati e più in esteso, dei siciliani, ha un volto barocco, quel barocchismo che, per dirla con le parole dello stesso autore, "è alle radici del vero gusto di tutti i siciliani". Le sue "leggi della tortuosità e dell'abbondanza" esigono un abbandono completo e profondo e danno origine ad un’inquieta dimensione barocca, intrinseca al narratore e alla sua anima. L’accento posto sulla carnalità tipicamente siciliana, con l'eros come trappola infernalmente mortale; la disperazione e il vuoto che finiscono per aggrovigliarsi addosso a personaggi, scovati forse nelle viuzze del borgo, per entrare poi dentro di lui, sino a fargli avvertire "l’ala della stupidità sfiorargli il cervello". Vizi e virtù dell’animo siciliano. Ma a Marzamemi e alla sua gente tutto si perdona.