Un mare che terrifica e sorride. Un isolotto con al centro
una casina rossa che fugge verso il cielo. La tonnara di Marzamemi e il profumo
del pesce appena pescato. La vita dei pescatori e delle persone che ispirarono i
protagonisti dei suoi capolavori letterari. La cultura di Brancati e più in
esteso, dei siciliani, ha un volto barocco, quel barocchismo che, per dirla con
le parole dello stesso autore, "è alle radici del vero gusto di tutti i
siciliani". Le sue "leggi della tortuosità e dell'abbondanza"
esigono un abbandono completo e profondo e danno origine ad un’inquieta
dimensione barocca, intrinseca al narratore e alla sua anima. L’accento posto
sulla carnalità tipicamente siciliana, con l'eros come trappola infernalmente mortale;
la disperazione e il vuoto che finiscono per aggrovigliarsi addosso a
personaggi, scovati forse nelle viuzze del borgo, per entrare poi dentro di
lui, sino a fargli avvertire "l’ala della stupidità sfiorargli il
cervello". Vizi e virtù dell’animo siciliano. Ma a Marzamemi e alla
sua gente tutto si perdona.