15 agosto 1474. Lu populu di Modica havi tumultuatu
li judey, occidennu tantu masculi comu fimini grandi e pichuli circa 360,
scassanduchi li porti curo violencia et arrubanduli et commictendu altri et
diversi delicti (Lagumina). Era il 1474, anno funesto per gli ebrei di Sicilia. I Pogrom scoppiarono a Noto,
San Giuliano, Sciacca e il successivo editto di espulsione del 31 marzo 1492 li costrinse ad abbandonare definitivamente l'isola o ad abiurare la propria fede, pena la morte. Circa 30 mila ebrei
lasceranno la Sicilia e i restanti, i conversos o marrani, dallo spagnolo maiale, saranno, poi, perseguitati dal Santo Uffizio spagnolo e tridentino. Uno sconvolgimento della struttura economica e sociale della Sicilia che determinerà la trasformazione dei luoghi in cui i giudei si erano, in precedenza, insediati. Un viaggio per le
Giudecche dell’Isola, i Cattidduni/ Harat al yahud (quartieri degli
ebrei in arabo) di Modica e Ragusa, per le necropoli di Noto Antica, dove
la Menorah e lo shofar (corno e palmetta ) si sovrappongono agli arcosoli
e le fosse terragne paleocristiane della Pompei del Medioevo. una passeggiata lungo le
rughe della Giudecca Siracusana, dove, a 18 metri di profondità, si nasconde il Miqweh più
antico d’Europa, luogo d’oltretomba per rinascere
alla purezza. Tra le epigrafi ebraiche e le mezuse delle antiche dimore giudaiche, appare d’incanto la ex Meskita, adesso chiesa di San Giovannello che, tra le sue mura tardo gotiche, nasconde preghiere e lacrime di un popolo sempre
vessato