Plasmata e modellata ad arte da abili ed esperte mani, come quelle dei suoi ceramisti che ne han convertito l’argilla in gioielli di terracotta. Il suo tornio fu il guasto sismico del 1693: sconquassando la Sicilia sud orientale ne decretò non la fine, ma la rinascita. Le maioliche policrome della scalinata di Santa Maria del Monte scandiscono secoli di un luogo senza tempo, illuminate una notte di fine luglio per celebrare il patrono San Giacomo, e la fierezza di essere calatini. Perdetevi tra i viali della sua Villa Comunale, tra la fontana di Camilliani e il chiosco moresco; attraversate il ponte di San Francesco e spingetevi sino alla cattedrale di San Giuliano, non prima di aver reso omaggio a Gaultiero che, da vero eroe Siciliano, scelse, dopo i Vespri, la morte piuttosto che il vile asservimento agli aragonesi. E non scordate i presepi e le loro figurine, un tempo offese e bistrattate perché trasponendo la gente di Sicilia e la sua miseria, in realtà svelavano, beffarde, lo spirito ineffabile di una terra di zagare e di miele.

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