Questa è la storia di Kamarina, la ninfa alata che, audace e impavida, vegliava sulla palude della sua omonima colonia. Plasmata ad arte nel suo fango dalla severa madre Siracusa nel 598 A.C., soggiacque al figlicidio che la Pentapolis commise per la sua troppa tracotanza, per poi riemergere dagli Inferi. Ma cadde ancora sotto i geloi, e poi ricadde sotto i cartaginesi e risorse sempre, ancora più ribelle e tenace, priva di un vero spirito d’aggressione ma consapevole, invece, di aver patito tanto per difetto di pietà. Bandita dal suo regno, oggi serba l’eredità della luce greca nel suo museo, dove, gelosa, custodisce anfore e crateri. Il suo Tempio di Athena, incastonato fra le mura della fattoria ottocentesca, si eleva in prossimità dell'agorà dove, al calar del sole si odono ancora i lamenti e le suppliche dei soldati moribondi . Diffidente, quasi nel timore che siano violate, nasconde nel suo parco, oskoi, are e le necropoli arcaiche e classiche di Rifriscolaro e  di Passo Marinaro. Kamarina conserva una storia diversa, un regalo inatteso di urbanità e temperata saviezza. E quel suo silenzio, la ritrosia a svelarsi è solo pudore, solitudine, malinconia…

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